EQUITAZIONE NATURALE e BAREFOOT

Equitazione naturale

In quest'epoca moderna, il concetto di "equitazione naturale" ha acquisito diverse interpretazioni, alcune delle quali si sono discostate dalla sua essenza originaria. Esaminiamo i vari aspetti di questo fenomeno.

Da un lato, c'è chi ha interpretato erroneamente l'equitazione naturale come una scusa per adottare pratiche potenzialmente dannose per i cavalli, sia a livello psicofisico che comportamentale. Questa interpretazione errata può portare a trattamenti inappropriati, ignorando le esigenze e il benessere degli animali.

Dall'altro lato, alcuni hanno trasformato l'equitazione naturale in un puro spettacolo commerciale, perdendo di vista l'approccio etico e rispettoso verso i cavalli. Questa commercializzazione può distorcere il vero significato dell'equitazione naturale, trascurando l'importanza di una relazione armoniosa e rispettosa con gli animali.


Al centro dell'equitazione naturale autentica c'è la comprensione della natura sociale e comportamentale dei cavalli. I cavalli, nel loro ambiente naturale, vivono in gruppi familiari all'interno di branchi più ampi, formando relazioni complesse che sono fondamentali per la loro sopravvivenza e benessere. L'isolamento da queste dinamiche sociali può portare a problemi comportamentali e di apprendimento nei cavalli.

L'equitazione naturale autentica implica la costruzione di una relazione basata sulla cooperazione, l'affetto e la comprensione reciproca, superando le barriere tra specie. Coloro che lavorano con i cavalli dovrebbero avere una profonda conoscenza della loro psicologia e dei loro modi di comunicare, adottando un approccio basato sulla cognizione, il rispetto e l'etica.


Questa pratica non si limita solo a momenti piacevoli come carezzare il cavallo o fare passeggiate insieme; include anche l'applicazione di limiti, sempre con rispetto e senza ricorrere alla coercizione. È importante costruire le competenze gradualmente, evitando stress eccessivo, paura o frustrazione.

In definitiva, l'equitazione naturale mira al benessere psicofisico del cavallo, integrando conoscenze scientifiche e esperienze pratiche. Un approccio senza pregiudizi verso l'equitazione naturale può portare a risultati duraturi, sicurezza e grande soddisfazione sia per il cavallo che per il cavaliere.

Per gli amanti dei cavalli, è fondamentale offrire un'esperienza che rispetti la loro natura, un obiettivo che ogni cavaliere dovrebbe perseguire con passione e dedizione.


Il "Barefoot", o piede scalzo, è un approccio nella cura dei cavalli che si concentra sulla manutenzione naturale degli zoccoli, evitando l'uso di ferri. Questa pratica è basata sull'idea che, lasciando i cavalli senza ferratura e permettendo ai loro zoccoli di svilupparsi e indurirsi naturalmente, si possa migliorare la loro salute complessiva e il benessere


Dove nasce la pratica della ferratura degli zoccoli?

   

Una pratica nata nel Medioevo per semplificare la gestione dei cavalli militari, ha comportato effetti sia positivi che negativi. Originariamente, i cavalli venivano scuderizzati e confinati in box, il che causava l'indebolimento della struttura del piede e vari problemi di salute dello zoccolo.

La qualità del piede del cavallo dipende direttamente dagli stimoli che riceve. Un cavallo scuderizzato, privo di stimoli naturali, sviluppa piedi meno adatti a camminare su terreni duri o ciottolosi. La ferratura è stata introdotta come soluzione a questi problemi, ma portò con sé ulteriori complicazioni.

L'unghia dello zoccolo cresce costantemente e fa parte di una struttura complessa che include la muraglia, il fettone, la suola, le barre e le strutture interne. Lo zoccolo è elastico e flessibile, e si deforma ad ogni passo per favorire la circolazione sanguigna e ammortizzare le vibrazioni.


  

 

 

   

 

Tuttavia, la ferratura, fissando i ferri allo zoccolo con chiodi, blocca le funzioni naturali del piede. Questo comporta diverse conseguenze negative, come una minore circolazione sanguigna, una sensibilità ridotta ai diversi tipi di terreno, un deterioramento della qualità dell'unghia e problemi alle articolazioni causati dalle vibrazioni.

In natura, i cavalli percorrono decine di chilometri su vari terreni, adattando i loro piedi alle diverse esigenze. Solo simulando queste condizioni si può ottenere un piede forte e un cavallo performante, e una  gestione corretta del cavallo, che include vivere in un paddock adeguato, in branco, con stimoli al movimento, e l'alimentazione corretta, è fondamentale.

Per le situazioni in cui si richiede una prestazione extra al piede del cavallo, come lunghe passeggiate su terreni duri, si possono usare scarpette speciali. Il movimento Barefoot, che promuove la salute del piede scalzo del cavallo, sta guadagnando popolarità anche nello sport, dimostrando che un'ottima gestione può portare a prestazioni eccellenti

Nel gergo "barefoot" (a piedi nudi), la fase di transizione è il periodo che segue la rimozione dei ferri dai piedi del cavallo, caratterizzato dal superamento del disagio iniziale e dall'adattamento a camminare senza ferri. Questo periodo è critico sia per il cavallo sia per il proprietario, specialmente se quest'ultimo non è ben informato o ha aspettative irrealistiche.

Dopo la sferratura, il cavallo sperimenta un disagio che può variare da ipersensibilità a zoppicare gravemente. Inizialmente, il cavallo cammina con cautela, specialmente su terreni sassosi, ma gradualmente migliora fino a camminare agevolmente anche su terreni difficili. Questo processo è normale e si deve ai cambiamenti nello zoccolo.



  

 

 Dopo la rimozione dei ferri, lo zoccolo del cavallo si espande e contrae ad ogni passo, migliorando la circolazione sanguigna. Ciò comporta un recupero graduale della sensibilità del piede e un rimodellamento delle strutture dello zoccolo, che migliora la loro funzionalità. Durante questo processo, possono comparire ascessi a causa di infiammazioni e materiali necrotici, causando zoppia e sconforto sia nel cavallo sia nel proprietario.

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